Un’interessante intervista a Daniele Grechi, dell’Agenzia Regionale per la Protezione Ambientale della Toscana, sugli incentivi alle auto GPL
È di due giorni fa la nota del Ministero dell’Ambiente che annunciava un nuovo finanziamento messo a disposizione dal governo per favorire la conversione a Gpl o a metano delle auto a benzina. L’investimento, pari a 20 milioni di euro, prevede un incentivo di 350 euro per chiunque volesse effettuare la conversione.
Vi proponiamo l’intervista di Emiliano Angelelli a Daniele Grechi, dell’Agenzia Regionale per la Protezione Ambientale della Toscana.
In base a uno studio pubblicato dall’Agenzia Regionale per la Protezione Ambientale della Toscana (ARPAT) risulta però che la conversione a Gpl o a metano delle auto catalizzate non è conveniente poiché le emissioni prodotte dai veicoli a doppia alimentazione peggiorano sia se si utilizza l’alimentazione a benzina che quella a gas. Ci può spiegare come è stato condotto lo studio?
“Il rapporto che abbiamo pubblicato sul sito dell’ARPAT contiene dei dati raccolti in seguito a una campagna di controllo sui gas di scarico e sono il risultato delle misurazioni dirette delle concentrazioni di monossido di carbonio, di idrocarburi totali e di ossidi di azoto. Lo studio è stato condotto in base alla metodologia corrente che prevede prove di officina e studi condotti con la supervisione della Motorizzazione al fine di omologare i dispositivi usati nelle riconversioni a Gpl o a metano. In ambedue i casi si è riscontrato un peggioramento delle emissioni relative alle tre tipologie di inquinanti particolarmente marcato nel caso della riconversione a Gpl. I dati possono apparire sorprendenti, ma in realtà non lo sono affatto se si considera come avvengono queste conversioni”
Si spieghi meglio. Cosa intende?
“Voglio dire che le auto catalizzate utilizzano una tecnologica molto sofisticata sia a livello di motore che per ciò che concerne i sistemi di abbattimento degli inquinanti, e nel momento in cui si mette mano a questi meccanismi complessi, aggiungendo la componentistica necessaria all’uso del gas, se ne alterano inevitabilmente le caratteristiche di base. Questo naturalmente non vale per gli autoveicoli pensati originariamente per l’alimentazione a Gpl o a metano i quali hanno una serie di dispositivi di regolazione che permettono loro di rispettare gli standard necessari per l’omologazione. Quando invece parliamo di conversioni abbiamo a che fare con operazioni artigianali attraverso le quali si modifica un motore altamente sofisticato compromettendone i processi di abbattimento degli inquinanti”.
L’alimentazione a GPL o a metano è conveniente?
Finora abbiamo parlato di inquinanti gassosi. Cosa succede invece con le polveri sottili?
“A livello di officina non abbiamo la possibilità di effettuare controlli sulle emissioni di PM, ma anche in questo caso, ragionando in linea teorica, non esiste alcun motivo plausibile che possa far pensare a una diminuzione delle emissioni di particolato nei casi di riconversione a Gpl o a metano. Infatti la maggior parte dei fattori che concorrono all’emissione di polveri sottili non dipende dal tipo di carburante utilizzato, ma dal passaggio dei veicoli sull’asfalto, dall’usura dei freni, della frizione e dei pneumatici, e inoltre dal livello di usura del motore. Esiste un altro caso in cui le auto a benzina emettono particolato ed è durante la partenza ‘a freddo’, ma questa volta non si riscontrano vantaggi per i veicoli convertiti poiché tutte le auto a doppia alimentazione partono a benzina e non a gas”.
In quali casi quindi è conveniente l’utilizzo dell’alimentazione a Gpl o a metano?
“Innanzitutto nel caso in cui si tratti di motori pensati per questo tipo di carburanti. Sicuramente il metano è quello che garantisce una minore quota di emissioni, ma a causa dei problemi problemi legati alla reperibilità dei rifornimenti, per ora risulta particolarmente indicato per alimentare le grandi flotte di mezzi pubblici urbani. Sarebbe inoltre il sostituto ideale dei motori diesel che comportano dei livelli molto elevati di ossidi di azoto. L’equivoco sulle riconversioni a Gpl e a metano nasce negli anni ‘80 quando queste risultavano particolarmente convenienti a causa delle elevate quantità di benzene e di piombo contenute nelle benzine di allora. Allo stato attuale però, con i carburanti privi di piombo e con i livelli di benzene scesi dal 3,5% allo 0,8%, diventa assolutamente sconsigliabile dal punto di vista ambientale convertire le proprie auto a gas”.